Tutto fermo da molti anni. CHE FINE HA FATTO IL FINANZIAMENTO PER L’ANFITEATRO DI SIDERNO SUPERIORE ?

Tutto fermo da molti anni. CHE FINE HA FATTO IL FINANZIAMENTO PER L’ANFITEATRO DI SIDERNO SUPERIORE ?

Articolo di Aristide Bava – Che fine ha fatto il completamento dell’ Anfiteatro di Siderno Superiore ? Dopo una lunga fase di oblio pareva che circa tre anni addietro la situazione si fosse sbloccata grazie ad una determina, adottata prima dello scioglimento del Consiglio comunale dal responsabile del settore lavori pubblici Ing. Pietro Fazzari. Quelal delibera aveva riacceso le speranze, soprattutto della comunità del centro storico, che il tanto auspicato completamento dell’ Anfiteatro poteva finalmente essere attivato. Con un atto pubblico infatti , era stato deciso di affidare ad un professionista esterno, l’ing. Ovidio Italiano ( con studio in Ardore) , l’incarico di collaudatore statico in corso d’opera dei lavori di: “ riqualificazione urbana di Siderno superiore : completamento anfiteatro”. Ciò significava – almeno per gli ottimisti – che la pratica per il completamento dell’importante opera pubblica di cui si parlava ormai da molti anni si era rimessa finalmente in moto anche perchè l’attuazione del completamento dell’ Anfiteatro risultava inserito dal Comune di Siderno nell’ambito del Programma Straordinario di Intervento per la Riqualificazione Urbana e la Sicurezza delle Periferie della Città Metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia, all’interno del Progetto “Unitario della Citta Metropolitana di Reggio Calabria”, quale soggetto attuatore di un finanziamento di € 780.000,00 finalizzato, appunto, al completamento dell’ Anfiteatro. Nella delibera era precisato che l’intervento in quanto complesso e specialistico dal punto di vista strutturale richiedeva un necessario affidamento dell’incarico di collaudo statico in corso d’opera a professionista appositamente specializzato in campo strutturale e che appunto l’Ing. Ovidio Italiano risultava avere particolare specializzazione in campo strutturale, “in quanto esegue soltanto ed esclusivamente lavori specialistici nel campo della progettazione”. Una notizia che aveva fatto piacere ai cittadini del borgo storico sidernese visto che dell’ampliamento dell’anfiteatro si parlava da almeno un decennio ma che per le solite pastoie burocratiche , malgrado anche il finanziamento fosse di vecchia data, era rimasto accantonato nel dimenticatoio. Il tempo, però è passato invano e tutto è rimasto fermo a tre anni addietro . I motivi si sconoscono e lo stesso Claudio Figliomeni, presidente dell’Associazione culturale ” Paisi meu ti vogghjiu beni” fortemente impegnato alla qualificazione del borgo antico è rammaricato per questo ritardo. “Credo – ha detto – che qualcuno si sia messo di traverso altrimenti tutto questo ritardo non è giustificabile. Speriamo comunque che in tempi brevi si posas “riprendere” questo importante compoletamento che remderà il borgo ancora più appetibile”. La considerazione di Claudio Figliomeni non è campata in aria. L’anfiteatro si inserisce in un’area di notevole interesse paesaggistico, aperta verso il mare che, a causa della elevata pendenza, determina un preciso limite all’espansione dell’insediamento urbano. La cavea del teatro esistente è ben inquadrata nelle forme del paesaggio di cui l’opera stessa fa parte. Il progetto per la sistemazione e l’ampliamento del teatro all’aperto, dovrebbe mirare alla valorizzazione delle valenze spaziali del tessuto urbano e alla esaltazione dell’affaccio sulla vallata e andrebbe ad assecondare la naturale vocazione del centro storico di Siderno, orientata, negli ultimi anni, ( vedi recente realizzazione di Piazza Cavone nella parte bassa del borgo e qualificazione di alcuni palazzi storici nella parte alta) alla erogazione di servizi connessi alla cultura e al tempo libero. Inoltre il progetto, nella sua fase iniziale, è stato partorito come occasione per dotare la città di uno spazio multifunzionale capace di ospitare eventi di grande respiro. Oggi serve quasi esclusivamente come parcheggio per le auto

Michele Macri

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